Stili di vita nelle Blu zone tra studi e cinematografia © zoneblu

    Maria Grazia Caso

    Il nuovo concetto da cui partire per parlare di dieta Mediterranea è l’identità delle culture alimentari delle Zone Blu con una comunicazione basata su dati scientifici che hanno come fil rouge territori, alimentazione, stile di vita e longevità.  Su questo concetto nasce l’idea di una piattaforma di lavoro Zone Blu che possa favorire e promuovere scambi sugli studi dei fattori d’identità culturali delle zone che identificano le aree demografiche e geografiche del mondo in cui la longevità è un fattore determinante rispetto alla media mondiale. Individuare i modelli di successo che ci fanno vivere e bene e a lungo  è un po’ ispirarsi ai  tutti i modelli tradizionali millenari quali la scuola Eleatica, la Scuola Medica Salernitana, le filosofie orientali la scelta e la combinazione di una corretta alimentazione e per quest’ultimi la sapiente conoscenza delle proprietà organotropiche, non ultimo il rafforzamento dietoterapico del sistema immunitario anche alla luce di  nuovo modello di vita postpandemie per vivere sani e più a lungo e in serenità. Su questi aspetti zoneblu.net offre un topos ideale per un confronto tra gli attori ( scienziati, imprenditori, artisti  filosofi etc.) che seguiranno una nuova filosofia di vita la modernità della lentezza Slowlife. L’intento è quello di creare una rete di connessione tra le zone Blu del mondo.

    Gli studi effettuati sulle “zone blu”, prendono in esame degli aspetti fondamentali e caratterizzanti che sono la dieta mediterranea per l’Italia e i paesi  del mediterraneo e la longevità nel mondo, offrendo a sostegno dati empirici e osservazioni in prima persona,che riguardano in particolar modo tra gli altri gli hotspot di alcune aree definite zone blu  tra cui : l’isola di Okinawa (Giappone); la Sardegna (Italia); Icaria (Grecia) . A queste aree geografiche prese in esame va aggiunto Il Cilento (Italia) .

    Gli studi in Cilento:

    il Cilento, siamo in Campania in provincia di Salerno è stato oggetto di studio nel 1954 di un’ equipe scientifica coordinata dal prof. Massimo Cresta,  figura di grande spessore culturale e scientifico. Direttore del Dipartimento di Biologia della Sapienza di Roma, aveva condotto con l’istituto di Nutrizione un’ interessante indagine nelle aree interne del Cilento, nello specifico a Rofrano.

    Massimo Cresta  ha fatto del Cilento il suo riferimento di ricerche e studi sull’alimentazione e lo stile di vita. Tra cui “la Politica alimentare per lo sviluppo socio-economico del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano (Salerno, Italia) . Sugli studi effettuati da Massimo Cresta, si è discusso sulla possibilità di sviluppare una cultura territoriale che si rapporti con l’alimentazione e i prodotti tipici, la natura e l’ambiente, il rapporto con le tradizioni e il passato. “Senza passato non c’è futuro”.  La sua era un’indagine sulla popolazione di un microcosmo del Cilento. Per l’antropologo Vito Teti, Massimo Cresta a Rofrano ha fatto un lavoro unico: “Dal 1954 alla fine del secolo scorso ha osservato e misurato ciò che si mangiava e il contesto e la cultura di riferimento. Tutto ciò non è stato fatto, dal punto di vista alimentare, in nessun’altra parte del mondo, in altre parole un’indagine così rigorosa e sistematica. L’indagine alimentare a Rofrano è la metafora per documentare una cultura sociale, oltre che alimentare. E’ una microstoria di come vivono le persone, la loro cultura, il loro ambiente. E’ un lavoro che ha poi influenzato tutte le ricerche successive”.

    Ancel Benjamin Keys si stabilì durante gli ultimi anni della sua vita in Italia, a Pioppi, un villaggio di pescatori del comune di Pollica, dove acquistò una casa e dove morì poco prima di compiere 101, entra a pieno titolo nelle “Blu zone”.  Il progetto più ambizioso ed originale dell’intera vita di Ancel Keys è sicuramente lo studio epidemiologico effettuato dal biologo statunitense su varie popolazioni nel mondo e seguite per molti anni. Il rinomato “Seven Country Study“, divenne, negli anni seguenti alla sua uscita, leggendario nel campo della medicina e della pubblicistica divulgativa. L’indagine fu condotta su 16 gruppi di uomini di età tra 40 e 59 anni in sette Paesi. Un gruppo venne arruolato negli Stati Uniti, due in Finlandia, uno in Olanda, uno in Croazia  e un altro in Serbia, due in Grecia (nelle isole di Corfù e Creta), due in Giappone e tre in Italia (in tre comuni rurali del nord, centro e sud, Crevalcore in provincia di Bologna, Montegiorgio in provincia di Fermo nelle Marche e Nicotera in provincia di Vibo Valentia), per un totale di oltre 12.000 individui. Lo scopo era di confrontare popolazioni con tradizioni alimentari, stili di vita e incidenza di malattie cardiovascolari molto lontane tra loro.

    Oggi alla luce di nuovi studi il paradigma ideale per la nostra salute sarebbe una dieta “Mediterraneo-asiatica”. Su questo concetto abbiamo gli studi del prof. Eugenio Luigi Iorio il cui metodo tradizionale in campo di ricerca e in riferimento alla dieta mediterranea si basa sull’osservazione “in particolare della popolazione giovane, che, al contrario del passato, tende ora ad essere generalmente in sovrappeso e soffre di obesità. I livelli di stress ossidativo, registrati in ragazzi e ragazze che frequentano il liceo, sono sorprendentemente alti. Nel 2014, in collaborazione con l’Harvard Lifestyle Medicine Centre, ha fondato la Popular University of Lifestyle Medicine, nella città di Ascea (nel Cilento, Elea, scuola eleatica). L’obiettivo principale è l’educazione delle giovani generazioni, attraverso seminari  convegni , eventi . Tra i partner c’e  ACM – Archivio delle Culture Mediterranee del  Mediterraneo Video Festival con cui si sono attivate collaborazioni nell’ambito della conservazione e della ricerca del patrimonio immateriale e scientifico relativo  alla dieta Mediterranea e del paesaggio culturale del Mediterraneo . Nell’ambito della ricerca  scientifica è stato sviluppato un kit di prova per misurare l’ossidazione dell’olio d’oliva. Raccogliendo una goccia di quest’ultima in una fiala e osservando il suo cambio di colore, ogni consumatore può verificare che il numero di perossidi rimanga inferiore a venti e, quindi, l’olio d’oliva non sia ossidato.  Forse non tutti sanno che questa preziosa medicazione è la migliore forma di prevenzione contro l’arteriosclerosi. Per quanto riguarda l’alimentazione  la dieta consente di evitare la carne. Come mission di promozione della dieta mediterranea  come stile di vita  la Popular University of Lifestyle Medicine ha attivato azioni e progettualità di scambio con il Giappone.

    Documentazione Audiovisiva

    Un luogo è in quanto è diverso da un altro . Rafforzare questo concetto attraverso il cinema è un opportunità per tutelare l’identità dei popoli e dei luoghi affinché non sia condannata a sparire, fagocitata da modelli e stereotipi culturali dominanti. ACM (Archivio delle culture mediterranee)  partner di Zone Blu raccoglie conserva da ben 23 anni un patrimonio di grande valore sul  paesaggio culturale mediterraneo . Sull’importanza delle fonti audiovisive e il paesaggio alimentare  nel 2001  fu organizzato un evento dal titolo “ Immagini  Meridiane”  nello splendido scenario della Certosa di S. Lorenzo a Padula (SA)  dove da  una ricerca accurata presso gli archivi della Rai fu proposta una singolare rassegna di documentari storici di autori come Mario Soldati, Vittorio De Seta, Fiorenzo Serra,  sulle produzioni alimentari e stili di vita delle regioni italiane. In quella occasione  fu organizzata una tavola rotonda con la presenza di Carlos Delgado, Massimo Montanari, Luigi Veronelli, Vandana Shiva sul tema del “cibo come patrimonio da tutelare” e fu sottoscritto un documento e consegnato al  Ministro dell’Agricoltura del tempo e sottoposto all’UNESCO come istanza. In seguito  il riconoscimento della dieta mediterranea come patrimonio dell’Umanità.

    Virgilio Tosi è il regista che filmò la ricerca di Cresta realizzando un indagine alimentare, un opera documentaria, voluta dall’Istituto Nazionale della Nutrizione del CNR. Il regista trascorse diverse settimane a Rofrano (SA)  per capire e osservare la realtà prima di iniziare a girare.  Nel settembre 1954 l’Istituto Luce mise i mezzi per realizzare le riprese del film. L’impronta del lavoro era neorealista. Fu il primo lavoro nel campo della divulgazione scientifica. Il documentario del 1954, oggi restaurato, è uno spaccato di vita di Rofrano. ( fonte : filmato Archivio delle Culture Mediterranee ACM supporto digitale); al lavoro di Tosi si aggiungono recenti inchieste video realizzate dalla Rai e conservate in archivio  sull’ evoluzione nel tempo dell’indagine di Cresta);

    Rofrano – La ballata della Carusella a cura di MVF Lab ( fonte : filmato Archivio delle Culture Mediterranee ACM supporto digitale); Terra dei Segni di Antonello Carboni ( fonte : filmato Archivio delle Culture Mediterranee ACM supporto digitale); Ancel Keys – la dieta mediterranea di Piero Cannizzaro (fonte : filmato Archivio delle Culture Mediterranee ACM supporto digitale); Viaggi Meridiani 2016 – gli ultimi studi di Massimo Cresta, interviste a protagonisti ( fonte : filmato Archivio delle Culture Mediterranee ACM supporto digitale); supporto digitale); Mediterrasian Diet intervista al Prof. Eugenio Luigi Iorio ( fonte : filmato Archivio delle Culture Mediterranee ACM supporto digitale);

    Zona Blu – Sardegna. La longevità dei sardi dipende sicuramente da più fattori. Ad influenzare le prospettive di vita non sono soltanto i fattori genetici, ma anche quelli ambientali e uno stile di vita sano che fanno la differenza e rendono l’Ogliastra e la Barbagia delle blue zone. I tratti distintivi sono un alimentazione frugale, l’importanza culturale del concetto di famiglia e della comunità, abitare piccoli microcosmi, e in alcuni casi la pratica di una agricoltura di sussistenza, la cosiddetta “provvista familiare”. In provincia di Nuoro, i paesi della sub regione barbaricina d’Ogliastra e della Barbagia di Ollolai, un gruppo di demografi ha identificato un hotspot di longevità in dei villaggi montani dell’entroterra dove gli uomini raggiungono i 100 anni con una straordinaria frequenza. l’Ogliastra, situata nella parte centro-orientale dell’isola, è stata identificata come l’area con la più alta concentrazione di centenari maschi. Ad essere interessati da un alto tasso di longevità sono in particolare alcuni paesi tra cui: Perdasdefogu, Villagrande Strisaili, Arzana, Talana, Baunei, Urzulei, Ulassai. L’altra zona blu della Sardegna si trova nella Barbagia “classica”, quella di Ollolai e costituita dai paesi dell’entroterra della provincia di Nuoro tra cui Tiana, Ovodda, Ollolai, Gavoi, Fonni, Mamoiada, Orgosolo, Oliena. Nella provincia del Sud  della Sardegna è stato identificato un solo comune appartenente alle zone blu ed è Seulo, conosciuto per la longevità dei suoi abitanti, di cui il massimo è stato raggiunto da una vecchietta di 106 anni. Nelle vie di Seulo il genius loci della Sardegna  vive  un felice isolamento non scalfito dai ritmi del tempo che altove scorre velocemente. Le donne preparano ancora la pasta fatta in casa, il lavoro che rimane intatto nelle campagne di Seulo è quello agro-pastorale. Gli studiosi concordano che alimentazione sardo-mediterranea è ricca di vegetali e di proteine animali derivate dal latte (in particolare di capra e pecora), il consumo di casu axedu (ricco di probiotici) e di olio d’oliva, vino rosso durante i pasti . L’ambiente, gli stili di vita, il cibo e longevità che caratterizzano gli abitanti delle isole hanno in tutto il mondo corrispondenze e somiglianze ed è proprio nel determinismo geografico che si possono effettuare ricerche e comparazioni degli studi futuri.

     Documentazione Audiovisiva:

    Le voci  della montagna di Antonello Carboni (fonte : filmato Archivio delle Culture Mediterranee ACM, formato digitale); Provvista familiare di Antonello Carboni  (fonte filmato Archivio delle Culture Mediterranee ACM, formato digitale); Desulo di Fiorenzo Serra. Il pane dei Pastori (fonte filmato Archivio delle Culture Mediterranee ACM, formato digitale);

     

    Zona Blu – Icaria Grecia  Il nome dell’isola deriva dal celebre mito di Icaro, che secondo la leggenda precipitò in mare di fronte all’isola, dove poi fu seppellito dal padre Dedalo.  Da indagini scientifiche effettuate  la più alta percentuale di novantenni nel pianeta, quasi un abitante dell’isola su tre raggiunge i 90 anni. In oltre tutta la popolazione, in generale, è meno soggetta a forme tumorali, malattie cardiovascolari e a demenza senile. L’alimentazione degli abitanti dell’isola, da particolare importanza ad un consumo di  un tipo di tè che è  un aspetto che accumuna alle abitudini alimentari della popolazione di Okinawa, un tè dalle proprietà depurative e antiossidanti. Le recenti ricerche effettuate da studiosi di tutto il mondo ha valutato una serie  di fattori  come  principali alleati della longevità degli abitanti dell’isola il consumo di  prodotti locali e di stagione. La loro dieta è ricca di verdure biologiche e a km 0 . Ridotto consumo di carne . La modernità della lentezza è un concetto molto innovativo alla luce di un nuove prospettive di vita  Una barriera contro le ansie e lo stress che  migliora la qualità della vita. La gente di Icaria non ha fretta, il tempo è  scandito dal ritmo naturale. L’utilizzo delle erbe mediche è un altro elemento che accumuna  le abitudini della popolazione di Icaria e quella asiatica di Okinawa. L’esigenza di ritmi lenti e  la cura  con  le erbe mediche quelle della tradizione greca  richiama la  scuola medica di Elea nel Cilento , costituisce un elemento significativo che accomuna le zone blu. Ad Elea erano presenti medici che facevano parte di una  prestigiosa scuola medica che era sorta e consolidata ad Elea. Il filosofo naturalista aveva affermato l’essere come oùlon “ un tutto nella sua struttura, “un tutto nella sua natura”,“indagatore della natura nelle sue energie segrete che impiega anche per guarire.

    Documentazione Audiovisiva:

    Ikaria – Greek Island of Longevity

    Old Age in Ikaria

     Zona Blu – L’isola di Okinawa, Giappone:  Qui si vive a lungo è lo slogan dell’isola di Okinawa zona blu oggetto di interessanti studi sulla longevità dei suoi abitanti. L’isola di Okinawa è la più grossa dell’arcipelago di Ryukyu, a sud del Giappone. La durata di vita media è una delle più alte del mondo e i centenari rappresentano il 20,6% della popolazione. Non solo vita lunga ma anche in salute. Infatti lo stile di vita degli abitanti di queste isole permette di prevenire gran parte delle malattie croniche del benessere. Ad Okinawa, per esempio, si beve tanto té e le verdure sono protagoniste assolute della dieta, insieme al pesce, al tofu e al riso. Il risultato è che non si viene considerati adulti prima dei 55 anni e il paradiso della longevità giapponese è al primo posto al mondo per percentuale di anziani. La capacità di utilizzare nella dieta giapponese due alimenti te verde e soia che hanno una grande capacita di adattarsi all’ambiente L’uso delle spezie, ad esempio il consumo alimentare della  curcumina è un buon esempio da condividere anche nella nostra dieta perche ha una molecola che controlla i batteri buoni e rimuove quelli tossici, producendo antiossidanti. Il consumo di pesce azzurro e frutta e verdura e le alghe mandano messaggi positvi al nostro sistema cellulare. Diventa interessante valorizzare gli elementi che dialogano tra dieta mediterranea e asiatica quindi Mediterrasian Diet. Dieta e stile di vita sono all’insegna della lentezza che trova corrispondenza nello stile di vita riscontrato sia in alcune isole del mediterraneo che in alcuni borghi interni del Cilento dove il silenzio che scandisce la vita quotidiana ha molto in comune con la ricerca interiore e con la meditazione che le popolazioni asiatiche praticano e che costituisce una aspetto determinante per il benessere fisico. Uno stile di vita che riporta l’uomo al centro della propria esistenza, che fa del rispetto e dell’autostima un aiuto fondamentale per la serenità. Un laboratorio  vivente contro lo stress. Una dieta equilibrata, la gestione dello stress e le interazioni sociali si sono rivelati i cardini per una sana longevità e costituiscono gli aspetti caratterizzanti delle zone blu  da cui  emerge un modello di successo che trova la sua forza in una biologia positiva. I residenti delle zone blu  hanno il più alto numero di centenari, hanno meno possibilità di soffrire di malattie e di essere una valida barriera a difesa delle pandemie.

    Documentazione Audiovisiva:

    Okinawan Longevity and Health

    Le 7 Regole Nutrizionali Giapponesi