La geografia degli insiemi

    Maria Grazia Caso

    La dieta mediterranea è considerata quale risultato tra stili di vita e abitudini alimentari all’interno di comunità umane. Le vie del Mediterraneao è un’ azione che ha come focus point  raccogliere tutte le fonti indispensabili a tracciare una geografia della dieta mediterranea. Il Cilento, ad esempio, che  è  una area geografica oggetto di  continui studi  scientifici,  è  considerata  una zona blu fondamentale per capire quali sono le variabili che nel tempo hanno segnato una continuità o una discontinuità  con le abitudini alimentari  delle  generazioni passate (“Viaggio nel Cilento interno” a cura di ACM -Archivio delle Culture Mediterranee) . Tracciare una geografia della dieta mediterranea per poi arrivare ad un progetto di digitalizzazione del patrimonio immateriale ereditato dalla comunità dei saggi,  come scrigno da salvare e da trasmettere alle future generazioni. Bisogna partire da un concetto che potrebbe essere definito una new cultural geography in grado di fornire una nuova prospettiva culturale della geografia  secondo un concetto glocal della fruizione e delle conoscenza in tema di paesaggio alimentare. In particolare per le tecniche e i modi di vita si affianca e in parte sostituisce un attenzione nei confronti delle rappresentazioni fortemente legate agli aspetti intimi e caratterizzanti del contesto di ricerca. In quest’ottica i luoghi vengono dotati di senso e significato da parte di coloro che li occupano, li frequentano e li  identificano. Si inizia gradualmente a porre l’accento anche sul valore discorsivo dei luoghi partendo per esempio dalle descrizioni rintracciabili nei testi, nelle ricerche  negli studi effettuati negli audiovisivi realizzati e così via. L’approccio che guida questa nuova geografia culturale  è soprattutto di natura semiotica fondato, cioè sullo studio dei segni materiali  e immateriali del  paesaggio, nei discorsi e sul  significato  che essi  assumono. Nel Cilento ad esempio ci troviamo in un territorio biodiverso dal punto di vista geografico  ma anche dal punto di vista antropologico, nell’ espressione dei linguaggi, degli usi, delle abitudini e stili di vita che si differenziano tra aree interne  e aree costiere. Nel 2000 fu tenuto a Paestum (SA)  nell’ambito di un festival Mediterraneo del paesaggio MVF,  un importante convegno dal titolo il paesaggio delle culture alimentari alla presenza del professore Massimo Cresta dell’ Università La Sapienza di Roma, che aveva effettuato lunghi studi sull’alimentazione nel Cilento e realizzato anche un lavoro di documentazione video  importantissimo, che cito come fonte dal titolo  ‘1954  Indagine alimentare a Rofrano’  in provincia di Salerno, di qui l’esigenza di costruire un osservatorio permanente sullo stile di vita rivolto alle aree interne del Cilento.  Tra i relatori presenti al convegno c’era  il professore Vito Teti , antropologo, che parlò di paesaggio delle culture alimentari  e di stili di vita, di mangiare meridiano . Sulla base dei loro studi e pubblicazioni si apri un dibattito interessante con altri studiosi del paesaggio tra cui Francesco Cetti Serbelloni  che  tracciarono una geografia culturale  del territorio cilentano che si basava sul concetto di compatibilità nella ricerca degli elementi caratterizzanti della dieta mediterranea e di altri segmenti  in un’ottica di funzione  integrata al paesaggio. I punti fondamentali per tracciare una geografia della dieta mediterranea sono i seguenti il paesaggio è rappresentazione;

    il paesaggio è quadro di vita;

    il paesaggio è patrimonio .

    Su queste premesse si basa  l’idea di creare un percorso virtuale un atlante dei segni che possa essere la guida emozionale e di conoscenza, costantemente aggiornata da studi e da ricerche  e azioni compatibili più che sostenibili  con il territorio con grande attenzione non solo alle abitudini alimentari ma anche  alle  pratiche sociali, l’artigianato, le filiere corte , al biologico, che sono alla base  patrimonio alimentare. Del resto la dieta mediterranea è  fatta di incroci, contaminazioni. Anche il piatto più frugale la cicciata in Cilento è legata al  rito greco della panspermia. Connessioni  tra filosofia,  identità, le tradizioni e il determinismo geografico  In questo scenario la dieta mediterranea rappresenta una ricetta per vivere bene e più a lungo. fatta non solo di cibi, ma anche  di valori etici e sociali, di modelli di condivisione , di educazione alla compatibilità di propensione allo scambio,all’accoglienza e alla saggezza dei centenari    fa Questa geografia degli insiemi del Cilento è il paesaggio delle culture mediterranee.